La Befana nel Salento: tradizione, mito e tanti dolci
L’Epifania tutte le feste porta via! Ormai, è una frase che sentiamo ripetere sin da quando siamo piccoli e che accettiamo rassegnati… Nel Salento la Befana è comunque una festa molto attesa e sentita. soprattutto per i più piccini e le più piccine, legata a tradizioni e miti che persistono da anni.
In Puglia la tradizione de ‘La Pifanìa’ è stata introdotta nel VI secolo d.C, dopo le guerre tra bizantini e goti per la riconquista della penisola. Nel Salento questa festività è legata al vecchio rito ortodosso, che attribuiva al 6 gennaio, l’inizio del nuovo anno.
L’Epifania segnava quindi un nuovo inizio, la rigenerazione della vita per la natura e per l’uomo. Così la Befana premiava o meno i bambini e le bambine in base a come si erano comportati durante l’intero anno.
La leggenda
Si narra che i Re Magi mentre cercavano la strada per arrivare dal neonato Gesù, chiesero informazioni ad una vecchina.
La vecchietta in un primo momento si rifiutò di aiutarli congedandosi dai Magi. Subito dopo, però, se ne pentì e nella notte, decise di uscire da casa con un grande sacco pieno di dolci e frutta. Distribuì dolci e doni a tutti i bambini che incontrava sperando che uno di loro fosse proprio Gesù. Da allora ogni anno la notte tra il 5 ed il 6 gennaio, la vecchina, per farsi perdonare, prende la sua scopa e ricomincia il giro di tutti i camini del mondo, distribuendo doni a tutti i bambini e a tutte le bambine. Ma solo se sono stati buoni eh…!
La Befana, come tutte le tradizioni e i miti che abbiamo ereditato, è il frutto della fusione tra gli antichi riti pagani e i nuovi riti della cultura Cristiana.
La notte della Befana nel Salento
Come raccontano alcuni salentini, ricordando la loro infanzia, la sera del 5 gennaio si andava a letto presto. Poi quando la mattina ci si svegliava si correva vicino al camino per vedere cosa la dolce vecchina avesse lasciato. Questo accadeva negli anni 60-70, anni in cui i veri regali non li portava Babbo Natale, ma solo la Befana. Non c’erano ovviamente computer, smartphone, tablet o oggetti tecnologici ma semplici bambole, biciclette, macchinine, palloni di cuoio… Inoltre la calza non esisteva e i bambini e le bambine dell’epoca non ricevevano dolci in regalo ma (magari in un piattino) frutta secca, mandarini, fichi secchi con le mandorle, arance e qualche caramella. Cenere e carbone, rigorosamente veri e non di zucchero come adesso, erano destinati ai bimbi e alle bimbe che non si erano comportati bene durante il corso dell’anno.
Nonostante i tempi che cambiano la Befana resta sempre una festa unica, dal suo velo di mistero e magia forse un po’ malinconica perché sancisce la fine delle feste, ma riesce comunque a donarci un’ultima giornata natalizia da passare in famiglia… mangiando leccornie!
E allora, aspettiamo tutti insieme la Befana, che “vien di notte con le scarpe tutte rotte”… per un ultimo dolce assaggio di festa!
Dio benedica il Salento!