La Focara di Novoli: pronti per il falò più grande del Salento

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La Focara di Novoli: pronti per il falò più grande del Salento

focara di novoli

Il Salento è bello non solo d’estate e, come ripetiamo spesso, ogni periodo dell’anno ci racconta qualcosa di questa terra ricca di eventi e tradizioni salentine antichissime, tutte da scoprire. Una di queste riguarda la suggestiva Focara di Novoli, un appuntamento che cade ogni anno nel mese di gennaio, in occasione della festività in onore di Sant’Antonio Abate. Scopriamo insieme tutti i dettagli.

La Focara di Novoli: che cos’è

La focara è una maestosa piramide alta circa 25 metri, formata da fasce di tralci di vite secchi, lavorati ed uniti attraverso strumenti e tecniche antichissime, tramandate nel corso degli anni di padre in figlio. La sua costruzione inizia ovviamente almeno un mese prima e la sua accensione rappresenta sicuramente il momento più suggestivo della serata, accompagnata da balli, canti e fuochi pirotecnici.

La devozione nei confronti di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali da cortile e da stalla, è sempre stata molto forte, soprattutto fra i contadini che hanno deciso, moltissimi anni fa, di dedicare al santo un grande e suggestivo falò proprio con la realizzazione della focara

focara di Novoli

La focara di Novoli

TRA SACRO E PROFANO… ACCENDIAMOLA!

L’accensione avviene la sera del 16 Gennaio, tramite uno spettacolo pirotecnico. La focara è destinata a bruciare per tutta la notte e il giorno seguente, spargendo nell’aria grandi quantità di cenere che simboleggia la purificazione e milioni di minuscole scintille che riscaldano la fredda notte invernale. Uno spettacolo davvero suggestivo!

 Ma qual è la connessione tra la Focara e il Santo? 

Si racconta che tanti secoli fa sant’Antonio vivesse da eremita nel deserto della Tebaide insieme con un maialino che lo seguiva dappertutto. Là, ogni giorno vinceva con i più svariati trucchi, le tentazioni del diavolo.

Ebbene, si dice che allora non esistesse il fuoco sulla terra e gli uomini soffrivano un gran freddo. Dopo aver discusso a lungo i governatori della terra inviarono una delegazione dove viveva sant’Antonio per pregargli di procurare il fuoco.

Il vecchio santo, impietosito, si recò col suo fedele maialino all’inferno, dove le fiamme ardevano giorno e notte, bussando all’immenso portone. Quando i diavoli videro che il visitatore era il santo, il loro peggior ne­mico che non riuscivano a vincere, gli impedirono di entrare. Ma il maialino nel frattempo si era in­trufolato rapidamente nella città diabolica. La bestiolina cominciò a scorrazzare facendo danni dappertutto. Dopo aver tentato inutilmente di catturarla, i diavoli si recarono da sant’Antonio pregandolo di scendere all’inferno per riprendersi il maialino.

E l’eremita, che non aspettava altro, si recò nel regno dei dannati con il suo inse­parabile bastone a forma di tau. Durante il viaggio di risalita in com­pagnia del maialino fece prendere fuoco al bastone sicché, giunto sulla terra, poté accendere una grande catasta di legna offrendo così il primo e so­spirato fuoco all’umanità.focara di novoli

La fiamma divenne quindi uno degli elementi distintivi principali del Santo non solo perché accennava al fuoco dell’inferno nel quale Antonio si recava per contendere l’anima di alcuni morti al diavolo, ma anche alla malattia volgarmente detta “fuoco di Sant’Antonio” ed alle numerose guarigioni ad essa relative. Di anno in anno, la Focara di Novoli, diventa sempre più famosa in Italia ed inizia e destare tanta curiosità anche nelle altre parti del Mondo.

Il 18 gennaio è la cosiddetta festa te li paesani, giorno in cui i novolesi, liberi dalla massa di visitatori e pellegrini, si godono gli ultimi momenti della festa. Così, tra le ultime visite alla focara, oramai quasi terminata, e un panino cu li turcinieddri, tra una bengalata in p.zza S. Antonio e i palloni aerostatici, la “festa del fuoco” si conclude tra la soddisfazione e i progetti per la festa dell’anno successivo.

E allora che facciamo? Andiamo tutti, no?

Dio benedica il Salento!

 

 

 

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