Otranto: il punto più a Est d’Italia è nel Salento

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Otranto: il punto più a Est d’Italia è nel Salento

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Una delle città più suggestive e belle del Salento è Otranto, cittadina ricca di storia e punto più a Est della penisola italiana. Questa posizione ha portato notevoli vantaggi ma anche svantaggi, nel corso dei secoli. Otranto, grazie alle recenti scoperte archeologiche, conserva alcune tra le più primitive testimonianze di rapporti con le popolazioni dell’area egea.

L’origine del nome.

Il suo nome, Otranto, si dica provenire,  da Hydruntum, un piccolo fiume che attraversa la Valle dell’Idro. Un’altra ipotesi, invece, afferma che derivi da Odronto, in passato un’altura a ridosso del posto.

La posizione, perfetta per gli scambi commerciali,  ha permesso ad Otranto notevoli contatti con il mondo greco comportandone una straordinaria evoluzione del popolo otrantino.


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Dominata poi dai Bizantini, Otranto, attraversò un altro periodo di forte crescita :  si costruì la  chiesa di San Pietro,  nel X secolo;  l’ Abbazia di San Nicola di Casole, alla fine dell’ XI. Quest’ultima  divenne il più importante centro del monachesimo italo-greco in Puglia e il monastero più ricco dell’ Italia meridionale.  Inoltre, all’interno della biblioteca dell’ Abbazia, furono ritrovati importanti testimonianze che affermano gli intensi legami tra la Puglia e l’Oriente.

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Caduta nelle mani dei Normanni, intorno al 1064, la città, attraversò ancora un periodo di forte egemonia. I nuovi conquistatori infatti, portarono  innovazioni  e modifiche sia sul piano difensivo, sia per quanto riguarda il Castello e le mura della città.  In questi anni venne consacrata la Cattedrale, e terminato il mosaico pavimentale di Pantaleone.otranto

L’attacco dei turchi.

Il 28 luglio 1480 una flotta Turca composta da 150 imbarcazioni e 18.000 uomini sbarcò nei pressi dei Laghi Alimini. Otranto, che contava circa 6.000 abitanti, non riuscì a resistere a lungo e dopo qualche giorno il Castello cadde nelle mani dei feroci turchi.  Da qui ebbe inizio un devastante dominio. Le sanguinose mani turche uccisero in barbaro modo,  800 martiri, sul Colle della MInerva. Massacrati perchè rifiutarono di convertirsi all’islamismo.   Le reliquie  dei martiri sono conservati, ancora oggi,  nella Cattedrale.

La bella Idrusa.

Di questo periodo è  la famosa leggenda di  Idrusa,una  giovane donna che si distingueva per il suo carattere ribelle in un contesto dove i pregiudizi, soprattutto verso le donne, dominavano la cultura.  Idrusa, amava l’arte e la poesia . Sposa a soli 17 anni in un matrimonio combinato con un uomo che non amava, si innamorò di un ufficiale spagnolo e una notte  la passione, da troppo tempo soffocata, prese il sopravvento. Durante la notte , lo sposo di Idrusa morì in un naufragio e lei, da donna sensibile quale era, fu assalita dai sensi di colpa. Però,non sentendosi ricambiata davvero sentimentalmente, mandò via  l’ufficiale spagnolo da Otranto. Durante   un’invasione saracena mise a repentaglio la propria vita per salvare quella di un bambino prigioniero. Morì suicida, conficcandosi un pugnale nel petto, per non cadere nelle mani degli invasori.

La rinascita.

L’assedio e il dominio turco avevano sconvolto la città idruntina riducendola in condizioni pessime, ma fu il Duca di Calabria, intorno al 1485, a prenderne le redini e  condurla verso la sua rinascita: rinforzò il Castello e le mura, ricostruì la Cattedrale e sul Colle della Minerva, luogo della strage dei Martiri,  fece ergere una tempio dedicato a Santa Maria Dei Martiri.

Otranto è da visitare palmo a palmo,stradina dopo stradina, trasmette emozioni e storia. E poi, passeggiando per le sue strade o guardando  verso uno dei suoi incantevoli tramonti, sembra ancora di poter sentire nell’aria l’eterna presenza di Idrusa,  donna ribelle e piena di fascino.

#DiobenedicailSalento e Otranto!

 

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