Parole Salentine. Il vocabolario del turista nel Salento

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Parole Salentine. Il vocabolario del turista nel Salento

L’estate si avvicina, cari fuorisede. Il Salento è pronto a riabbracciarvi. Non vedete l’ora eh? E tu, caro turista che anche quest’anno sceglierai di trascorrere le vacanze con noi, sei pronto? Ti senti abbastanza preparato sulla cultura e la tradizione salentina? Sarai in grado di capire il dialetto di Nonna Tetta che ti invita a casa sua per il caffè in ghiaccio? Mah, per sicurezza ecco a te un piccolo vocabolario di parole salentine da conoscere assolutamente prima di partire per una vacanza quaggiù. Buona lettura!

parole salentine vocabolarioSe sei uno studente salentino fuorisede e sei finito in una città lontana per studiare, laurearti e bestemmiare il giorno in cui hai deciso tutto ciò… Allora questo articolo non fa per te. Sappiamo benissimo che per un salentino, la lontananza non fa altro che amplificare l’amore per la propria terra. Sappiamo anche che, come abbiamo già detto in un altro post, sei già pronto a scattare la foto al mare e pubblicarla su Instagram con tanto di frasona. No, non hai proprio bisogno di noi. Continua così! Se invece non sei salentino, ma hai deciso di passare anche solo pochi giorni della tua estate insieme a noi (ottima scelta compare!), allora dovrai assolutamente imparare queste poche parole salentine, fondamentali per poter gestire il 90% dei discorsi da Brindisi a Santa Maria di Leuca, con amici, negozianti, bagnini ecc…

Vediamole insieme:

  • Mena

Attenzione a non confonderti con il dialetto romano. Se qualcuno nel Salento ti dice -Mena!- non devi picchiare nessuno, tranquillo. Cioè, non tanto tranquillo in realtà. Sì, perché significa letteralmente “sbrigati!”, ma non è lo stesso se lo traduci in italiano. Quando Nonna Tetta grida (le donne salentine raramente parlano a bassa voce) -Mena!”, vuole essere diretta, immediata, concisa. Non ammette assolutamente alcuna risposta negativa.

Vuoi continuare la lettura? Mena e leggi sotto!

  • Picciusu

Li conosci i “picci”? No, eh? In italiano li tradurremmo con “capricci”. Ma in salentino, come al solito, ha più significati. Essere picciusi vuol dire sentirsi confusi, lamentosi, non sapere cosa si vuole dalla vita (e non basta un Lucano, ahimè). Quindi, caro turista, se in vacanza conosci una bella ragazza salentina (ottima scelta anche stavolta, compare!), e malauguratamente dovesse dirti -Stau picciusa!- Beh, vai a farti un bel bagno in mare, non cercare di discutere e indagare… Non ne usciresti vivo.

  • Lampu!

Anche qui siamo di fronte a un’esclamazione tipica, una delle parole salentine più usate per dire a qualcuno “Ma vaaa!”, oppure “Addirittura?!”.

“Lampu” ha anche tante altre varianti, come “Toccu!” o “Sangu!”, tutte con lo stesso significato, l’importante è pronunciarle raddoppiando la prima e l’ultima lettera (es.”Ssanguu!”). Se in compagnia di un salentino dovesse capitarti un evento improvviso e inaspettato, beh… Ora saprai cosa dire. Se è proprio grosso allora ti consigliamo anche un bel “Lampu e tronu!”. Fanne buon uso.

  • Sguario

Questa è più facile da spiegare, ma forse molto più difficile da capire. Letteralmente rappresenta il divertimento. Il vero salentino non si diverte mai, ma sguaria. Non è necessariamente un divertimento sfrenato, anche fare un giro con gli amici, passare un po’ di tempo in tranquillità, un momento di relax. -Ci sta faci?-, ti chiederanno. Noi ti auguriamo di rispondere sempre: -Sta sguariu!-

  • Pocca

Eh eh, l’abbiamo lasciata per ultima. È la regina delle parole salentine intraducibili. E forse non serve nemmeno cercare di tradurla. Ricordi il film Donnie Brasco con Johnny Depp e Al Pacino? Ti riportiamo un piccolo dialogo tratto dal film:

donnie brasco-Ti posso chiedere una cosa?
Avanti.
Cos’è “Che te lo dico a fare?”… Che vuol dire?
Ah… “Che te lo dico a fare?” significa… se tu sei d’accordo con qualcuno, uh?, gli fai: “Raquel Welch è un gran bel pezzo di fica, che te lo dico a fare?” Invece se non sei d’accordo che una Lincoln è meglio di una Cadillac: “Che te lo dico a fare?”, uh? Oppure, se una cosa secondo te è buona, ma tanto buona: “Minchia ‘sti peperoni, che te lo dico a fare?”. Ma può anche voler dire: “Va’ al diavolo!”. Tipo… uno fa all’altro… “-Ehi, Buby dice che hai il cazzo piccolo. –Ehi, Buby che te lo dico a fare?” […] E a volte non significa niente… Solamente…: “Che te lo dico a fare?”
Interessante, grazie per la spiegazione: ho capito.

Chiarissimo no? Ecco, “pocca” è più o meno come “Che te lo dico a fare”. Può significare approvazione. “Hai mangiato?”, “Pocca!”. Oppure anche disapprovazione: “Vedrai che prenderai un bel voto!”, “See, pocca!”

Caro turista, se impari queste poche parole salentine sei già a buon punto. Ma non basta. Queste sono solo alcune delle tante espressioni che sicuramente ci sentirai dire durante la tua “sguariosissima” vacanza nel Salento. Non vedi l’ora di venire, dì la verità. E allora, “mena” e scendi giù da noi!

Dio benedica il Salento!

 

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