Lettera di un salentino al maestro Vinicio Capossela

“Terra arsa e rossa. Terra di sud, terra di sud, Terra di confine. Terra di dove finisce la terra” 

“Recitate così Maestro, vero? Ne Il ballo di San Vito, un capolavoro di testo, dedicato a quel ballo che portava una forma di epilessia, una malattia nervosa che provoca movimenti incontrollabili.

Riguardo le leggende popolari c’è un’altra storia, Maestro, che Voi già conoscerete. Quella del tarantismo. 

In passato si credeva che le donne che mostravano forme di isteria, fossero state punte dalle tarantole e contaminate dal loro veleno. Ogni volta che ascolto quella canzone entro in trans, e spero di non uscirci mai. Per questo ho voluto scriverle questa lettera. La lettera di un salentino come tanti.
Dovete sapere che io amo molto la mia terra, anche se a volte è dura con me. Mi ha costretto a crescere troppo presto. Pensi che già a 5 anni ho dovuto imparare ad allacciarmi le scarpe, perché mia madre doveva preparare il pranzo per mio padre, l’unico a lavorare in famiglia. Lui a pranzo non c’era quasi mai. E quando c’era, allora mancava la sera per il turno di notte.

A 18 anni, invece, la terra che tanto amo non mi ha lasciato altre opportunità: mi costrinse a emigrare per costruirmi un futuro più “solido”.  Ora ho 24 anni.

Sono ancora un fuorisede, ma ho imparato molte cose. Ad esempio ho imparato cos’è il rispetto e la tolleranza nei confronti di chiunque. Perché in fondo è il credo della mia terra. Noi accogliamo chiunque sia buono, chiunque abbia bisogno. E io mi rivedo in questa mentalità. Il Salento è una terra che in soli 3 mesi ospita fiumi e fiumi di gente proveniente da qualsiasi posto del mondo. Voi ci siete venuto spesso e ovviamente io sono sempre venuto ad ascoltarvi! 

Maestro, Vi  scrivo perché Voi, col Il Ballo di San Vito e con la vostra musica mi fate innamorare ogni giorno della mia terra, più di quanto il mio cuore e la mia testa possano sopportare. Pensate che la mia terra è cosi bella che la vogliono tutti. Tutti vogliono un pezzetto della mia terra. E li capisco pure, Maestro. Chiunque vorrebbe vivere in paradiso, solo che non tutti si adeguano al nostro credo. Loro non hanno rispetto. Come dobbiamo fare? Chi la vuole viene a portarci dei mali che nessuno ha chiesto loro. Tap e Trivelle sono solo alcuni esempi. A quanto pare il Ministero dell’Ambiente ha dato il via libera per avviare la ricognizione nei mari dell’adriatico settentrionale attraverso l’Airgun.

Come si legge dal decreto del Ministero dell’Ambiente che porta la data del 31 Agosto si dà il via libera alla compatibilità ambientale per l’indagine sismica di fronte alla penisola salentina, al largo di molti comuni dove si avvierà la cosi detta crociera sismica.

Un termine piuttosto inquietante, a dirla tutta, che indica un attività di indagine 2D attraverso l’utilizzo di Airgun, ovvero cannoni ad aria compressa che provocano onde sismiche sottomarine, permettendo di scandagliare i fondali attraverso appositi rilevatori sonori.

Con questa tecnica di ispezione dei fanghi e del sedimento posto dai 150 ai 500 metri di profondità è possibile capire se nel sottosuolo esistono o meno sacche di petrolio.

Petrolio, Maestro.

Il Salento, terra piena di storia, cultura, arte, turismo, mare cristallino, spiagge bianchissime, per trovare del petrolio. Ecco il motivo di questa lettera di un salentino qualunque. Un salentino che non vuole smettere di sperare!

Caro Maestro, mi verrebbe da dire che Il continente se ne infischia, ma noi lotteremo e non molleremo un centimetro e speriamo un giorno che tutti questi mali che vogliono infliggerci andranno via con col Vento e con un po’ di Rum.

Un Abbraccio dal Salento!”